VILLA SERENA JESI, NATALE AD ALTA TENSIONE. SOTTO L’ALBERO CONTESTAZIONI DISCIPLINARI ED ESTERNALIZZAZIONE FARMACIA


A seguito del fallimento Salus ed a circa due anni dal riavvio della Casa di Cura Villa Serena di Jesi, operato (dal 01.01.2016) da parte del gruppo “Policlinico Abano Terme” di proprietà della famiglia Petruzzi, le Segreterie Regionali CGIL FP e UIL FPL fanno il punto della situazione sui primi due anni di attività partendo dal denunciare il clima che si sta respirando alla vigilia del II compleanno della nuova gestione. Al dì là del riconoscimento che pure deve andare a chi ha consentito il salvataggio dei 120 posti di lavoro in essere al momento del passaggio ed il regolare pagamento dei salari e stipendi, CGIL e UIL di categoria non possono sottacere il silenzioso malcontento che sta serpeggiando trasversalmente in questi giorni tra una larga parte di dipendenti a seguito di una gestione della struttura che si è probabilmente rivelata essere autoritaria ed autoreferenziale.
La ricetta introdotta dalla nuova proprietà, sin dall’aggiudicazione della struttura è apparsa infatti essere incentrata su scelte che hanno finito, il più delle volte, con il riverberarsi “contro” il proprio personale, finendo con il generare spesso disaffezione, demotivazione e rassegnazione.
Il personale interessato dal fallimento si trova infatti a dover fare i conti con:


. meno diritti (perdita della tutela dell’art.18 ed introduzione della “libertà” di licenziamento a partire dall’imminente 01/01/2018);
. azzeramento della contrattazione integrativa aziendale con conseguente abbassamento degli stipendi maturati nella precedente gestione;
. interruzione degli aumenti contrattuali decisi dalla Regione Marche e dall’AIOP per i lavoratori della sanità privata multi-specialistica (operazione che ha determinato un considerevole risparmio all’azienda pari, ad esempio, a circa 800 € all’anno per ogni infermiere);
. modifica unilaterale delle condizioni contrattuali attraverso l’introduzione di interpretazioni “innovative” e “peggiorative” di alcuni istituti contrattuali quali quello delle EADR;
. unilaterale equiparazione di un giorno di malattia a sole sei ore di lavoro e conseguente attribuzione di debito orario in capo ai lavoratori che incappano in periodi di malattia, (per la quale è in corso una verifica ispettiva di INPS e Ispettorato del Lavoro di Ancona).

A tutto ciò deve aggiungersi la decisione di procedere all’esternalizzazione dei servizi logistica, e della Farmacia di Villa Igea di Ancona alla società TechMed (probabilmente riconducibile alla medesima proprietà) e con essa i relativi lavoratori addetti (Impiegati ed Ausiliari che erano prima in forza a Villa Serena) che si vorrebbero cedere dalla Labor alla TechMed con relativo cambio di contratto da quello della sanità privata a quello del commercio.
Ultimo elemento di criticità, l’avvio di una raffica di contestazioni disciplinari che l’azienda ha notificato a molti infermieri di Villa Serena. Provvedimenti disciplinari questi che uniti al timore di poter essere licenziati senza giusta causa, al taglio dei salari ed alle paventate esternalizzazioni di lavoratori, stanno appunto ingenerando un clima di tensione e preoccupazione tra i lavoratori.
Fp CGIL e UIL Fpl Marche esprimono preoccupazione per la possibilità che l’esternalizzazione della farmacia della Labor, possa rappresentare solo l’avvio di un serie di esternalizzazioni su larga scala, di altri servizi fondamentali e di altri gruppi di lavoratori nelle due case di cura, tenuto anche conto che la Labor aveva già avviato questo processo con l’esternalizzazione delle due cucine di Villa Serena e Villa Igea (sempre alla TechMed) e con il licenziamento della cuoca di Villa Serena, poi reintegrata.
FP CGIL e UIL FPL chiedono alla politica regionale di aprire una seria riflessione su come, un pezzo sempre più ampio di sanità pubblica affidata ad imprenditori privati, con continui incrementi di risorse economiche pubbliche, finisce per essere poi gestito nei rapporti con i dipendenti lavoratori e lavoratrici (contribuenti ed elettori) della nostra regione.
Chiedono anche che le autorità sanitarie regionali valutino se, l’esternalizzazione di un servizio strategico quale appare essere la Farmacia interna di Villa Igea, possa ritenersi compatibile con il mantenimento dei requisiti di accreditamento regionali. A poco varrà, nel contesto descritto, la pur encomiabile preannunciata decisione aziendale di procedere con l’applicazione, dal prossimo mese di marzo, ai lavoratori di Ancona e di Jesi, il programma di welfare aziendale già riconosciuto dalla stessa proprietà ai lavoratori veneti di Abano Terme (stando al quale, ad esempio, un infermiere dovrebbe ricevere 600€ di benefit all’anno), considerato che il ricevimento di buoni spesa, buoni carburante, tessere prepagate e rimborsi spese, non potranno mai compensare l’eventuale lamentata carenza di soddisfazione, motivazione e serenità, nello svolgimento del proprio lavoro.
 

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