Bilanci consuntivi 2011: i Comuni marchigiani nel contesto nazionale

CGIL Marche   Nei giorni scorsi, l’Istat ha pubblicato i dati sui bilanci consuntivi 2011 dei comuni italiani. L’Ires Cgil ha elaborato quelli relativi ai comuni delle Marche. “Questi dati dimostrano la particolare sofferenza dei Comuni marchigiani a fronte dei ripetuti tagli operati in questi anni dai Governi centrali – è il commento di Roberto Ghiselli, segretario generale Cgil Marche -. Rispetto alle medie nazionali, la minore quantità di trasferimenti medi, il conseguente maggior carico tributario, la minore spesa corrente e per il personale, dimostrano chiaramente questa difficoltà”.  Il buon livello di spesa sociale, continua Ghiselli, “dimostra invece una particolare attenzione a questi temi, anche grazie all’iniziativa condotta dalle organizzazioni sindacali. Tuttavia, se non si interverrà con misure strutturali, il sistema rischia di non reggere più.”  I DATI Le cifre mostrano che i Comuni delle Marche con 884 euro per abitante si pongono sotto la media nazionale (968 euro) in quanto ad entrate correnti disponibili. Se rispetto al 2010 le entrate correnti pro capite sono aumentate nelle Marche di soli 8,5 euro, è cambiata la loro composizione interna: per effetto delle disposizioni nazionali in tema di enti locali, i comuni dipendono meno dai trasferimenti ed hanno una maggiore autonomia finanziaria La pressione tributaria pro capite è pari a 571 euro, di poco superiore alla media nazionale di 562 euro, mentre i trasferimenti pro capite ricevuti dai comuni italiani sono inferiori ai valori medi nazionali: 101 euro contro 195 euro.In media, spiega Novella Lodolini, Ires Cgil, “i comuni italiani spendono per la gestione corrente 910 euro, meno quelli marchigiani: 838 euro. Nei nostri territori, la spesa per il personale è di 252 euro pro capite e quella per beni e servizi di 442 euro: in ambo i casi siamo sotto la media nazionale”. Facendo un confronto con i comuni del centro Italia, in quelli delle Marche ha un peso maggiore la voce “amministrazione e gestione”, mentre è decisamente meno incidente della media italiana la spesa per la viabilità.Pur avendo una quantità di entrate correnti inferiore ad altre regioni del centro Italia, come Toscana ed Umbria, le Marche presentano una maggiore incidenza della spesa sociale: 18% della spesa totale contro il 13% medio del centro Italia. Ancora, mentre tra 2010 e 2011 i comuni del centro Italia hanno ridotto in media la spesa sociale (-3,2%), quelli marchigiani l’hanno mantenuta praticamente invariata con un incremento dell’1,8%.  I Comuni delle Marche: differenze legate alla dimensioneSe consideriamo la dimensione dei Comuni in termini di abitanti, emerge che nelle Marche gli Enti con meno di mille abitanti hanno a disposizione le maggiori risorse correnti (1.178 euro, media regionale 571 euro ), rappresentate soprattutto da trasferimenti, e sostengono la maggiore spesa corrente (1.094 euro, media regionale 847 euro). I Comuni con le entrate correnti pro capite più basse hanno tra 5 e 10mila abitanti (772 euro).Nei Comuni con meno di mille abitanti, le entrate sono destinate per oltre il 40% alla copertura dei costi legati alle funzioni amministrative e solo il 10% è spesa sociale, incidenza più bassa tra le varie classi demografiche.Nei Comuni di dimensioni maggiori, risulta più elevata la pressione tributaria per abitante (646 euro, contro la media marchigiana di 571 euro) e, al contrario di quanto accade nei Comuni di dimensioni più ridotte, le risorse disponibili assorbite in misura minore dai costi per la gestione dell’Ente (26,7%) ed è maggiore l’incidenza della spesa per il settore sociale (19,2%).  

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