Le Camere del Lavoro delle Marche:
Scarso ottimismo, un giudizio negativo su sanità, lavoro e futuro aree interne. Preoccupazione sulla fuga dei giovani, sulle condizioni di lavoro nella regione, sui salari che neanche rendono possibile comprare una casa. Il tutto a pochi mesi dalle elezioni regionali.
E’ il risultato del sondaggio realizzato dalla Cgil Marche tramite l’Osservatorio Futura, presentato oggi, alle 15,30, alla Loggia dei Mercanti di Ancona, nell’ambito dell’iniziativa “Lavoro e società nelle Marche”, assieme ad “Un’agenda per le Marche per arrestare la decadenza”, dove la Cgil Marche illustra proposte e priorità per la regione. All’evento sono presenti Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil Marche, Walter Cerfeda, presidente Ires Marche, Eleonora Fontana e Loredana Longhin, Cgil Marche, Giancarlo Colò, docente Università Cà Foscari e Francesca Spigarelli, docente università Macerata. Le conclusioni sono affidate a Christian Ferrari, segretario nazionale Cgil.
Lo studio si propone di valutare, attraverso un’indagine demoscopica sulla popolazione residente nelle Marche di 18 anni e oltre, il parere dell’opinione pubblica su “Lavoro e società nelle Marche”. Il sondaggio si basa su un’indagine campionaria di cui il 49% uomini e il 51% donne; le interviste sono realizzate con il metodo Cawi e cioè computer aided web interviewing mediante piattaforma web.
L’INDAGINE – Il 42% degli intervistati pensa che, nei prossimi 5 anni, le condizioni di lavoro peggioreranno, il 59% sostiene che, con i salari attuali, non si può comprare neppure una casa. Ma non è finita qui. Il 60% pensa che i motivi principali della fuga dei giovani dalle Marche sia la mancanza di lavoro e il 45% invece punta sul problema di salari troppo bassi; inoltre, il 36% pensa che i lavori sono inadeguati alle competenze professionali. Il 60% dei marchigiani pensa che la sanità pubblica, negli ultimi 5 anni, sia peggiorata. Tra le maggiori criticità della sanità pubblica, ci sono, per il 54%, le liste di attesa troppo lunghe, il 38% invece pensa che sia la scarsità dei medici di base, il 35% i tempi troppo lunghi dei Pronto Soccorso. E ancora: il 39% pensa che il futuro delle aree interne sia determinante per le Marche e il 57% ritiene inadeguate le politiche regionali in questo ambito. Infine, il 46% dei marchigiani (il 18% dice di non sapere) esprime un giudizio negativo sulle azioni e sui provvedimenti del presidente della Regione, Francesco Acquaroli.
L’ANALISI – Dichiara Santarelli: “In questa campagna elettorale, il rischio è che si confondano gli enormi problemi contingenti dell’economia nazionale, legati agli sconvolgimenti geopolitici, ai limiti invece di fondo, tutti della nostra regione e tutti imputabili ad una mancanza di politica industriale e di visione complessiva”. Quindi, “la nostra agenda ha l’obiettivo di portare la voce di un’organizzazione che conta oltre 171mila iscritti nel dibattito pubblico e d’innescare riflessioni e proposte”. Secondo la Cgil, “l’industria deve restare il fulcro delle politiche di ogni amministratore; se non si produce ricchezza, non si produce occupazione e non ci possono essere le risorse per il benessere dei cittadini”. Con questo lavoro, aggiunge il segretario, “offriamo a chi si candida a governare la regione una serie di proposte che scaturiscono dalle esperienze della Cgil nei territori e nei settori dell’economia”. Da qui alla riapertura delle fabbriche dopo le ferie, “sono a rischio oltre 2mila posti di lavoro: riguardano i settori tradizionali della moda, l’automotive legato alla Fiat e il settore del bianco”. Conclude Santarelli: “E’ tempo di concentrare l’attenzione sul tema delle riconversioni industriali: non possiamo pensare che, mentre il mondo cambia,l’industria locale ragioni ancora come nel ‘900”.