Licenziati in tronco tre lavoratori della Casa di Cura Villa Igea di Ancona

Segreteria Regionale FP CGIL Marche     La Segreteria Regionale FP CGIL Marche, interviene sui licenziamenti in tronco, comunicati il 4/7/2011, a tre lavoratori della Casa di Cura Privata Villa Igea di Ancona. I provvedimenti di licenziamento, per i quali sarebbe stato addotto un giustificato motivo oggettivo, si fonderebbero sulla improcrastinabile ed urgente necessità di porre in essere drastici ed immediati cambiamenti inerenti il ridimensionamento degli oneri di gestione ed il perseguimento del principio della massima economicità aziendale al fine di garantire la sopravvivenza stessa della società. Lo scorso mese di marzo la FP CGIL aveva aperto una vertenza sulla carenza di organico connessa con l’avvio, a maggio 2010, del nuovo reparto di Ortopedia ed aveva richiesto alla Regione una accurata ispezione tesa a verificare i minuti di assistenza effettivamente erogati dalla Casa di Cura Villa Igea. A fronte delle assunzioni richieste dalla CGIL l’azienda licenzia oggi tre lavoratori. In tempi non sospetti la FP CGIL aveva ritenuto discutibile la scelta operata dalla Direzione di Villa Igea di avviare il reparto di Ortopedia protesica, notoriamente più costosa della chirurgia generale, senza avere prima ricevuto il necessario incremento di budget indispensabile per assicurare la copertura del maggior fatturato connesso con la nuova tipologia di interventi. Come è possibile autorizzare un’attività ortopedica privata, come quella avviata presso la casa di cura Villa Igea – chiedeva la FP CGIL Marche all’Assessore Mezzolani appena 4 mesi fa – capace di produrre 115 interventi in due mesi, non solo senza prevedere la relativa copertura di spesa connessa con i DRG ortopedici, ma affermando addirittura che dalla delibera di autorizzazione non deriveranno, né potranno derivare, impegni di spesa a carico della Regione? E ancora scriveva la FP CGIL: “appare del tutto prevedibile che la nuova attività di chirurgia ortopedica, autorizzata dalla regione presso Villa Igea di Ancona, comporterà un considerevole aumento di budget. Da dove saranno prese allora le risorse necessarie a compensare quell’aumento di budget che sarà inevitabilmente necessario al buon funzionamento dell’ortopedia a Villa Igea? O la Regione pensa di lasciare invariato il budget complessivamente assegnato a Villa Igea, accettando così il rischio che l’attività ortopedica finisca presto (per i suoi alti costi) con l’assorbire tutto il budget a disposizione della struttura, a scapito delle restati prestazioni sanitarie offerte dalla clinica? La FP CGIL aveva anche evidenziato all’Assessore Mezzolani ed al Direttore della Zona Terriotoriale 7, che l’organizzazione dell’assistenza presso il reparto di DCA (disturbi del comportamento dell’alimentazione) non prevede infermieri in turno ma solamente un OSS o un Ausiliario di mattino e pomeriggio e addirittura nessun operatore di notte, ma impianti di videosorveglianza. Gli appelli rivolti dalla FP CGIL Marche alle Autorità Santiarie Regionali hanno prodotto solamente una marginale diminuzione dei ricoveri in DCA, passati da 12 ad un massimo di 8. La Casa di Cura ha di fatto continuato a svolgere la propria attività ortopedica, a pieno regime, senza però aver ricevuto dalla Regione Marche il corrispondente aumento di Budget, indispensabile per fronteggiare i maggiori costi sopportati dalla stessa struttura a seguito dell’avvio dell’attività ortopedica che una stessa delibera regionale, la n. 59 del 18/1/2010 aveva autorizzato. L’unica sostanziale novità è stata il licenziamento in tronco, senza alcun preavviso o confronto con la FP CGIL di tre lavoratori, due dei quali iscritti proprio alla FP CGIL, padri di famiglia, dipendenti di Villa Igea da circa 15 anni, con mutui da pagare e figli da mantenere che ora, di punto in bianco, si trovano senza lavoro. A cosa sarebbe dovuta l’improvvisa necessità di contenere i costi di una struttura che aveva appena provveduto ad aggiungere altri due lavoratori con gli stessi incarichi degli operai-manutentori che oggi sono stati licenziati e che ha, fino a ieri, investito nell’ampliamento e nella ristrutturazione della Casa di Cura, ingaggiando nuovi professionisti ed investendo in importanti attrezzature sanitarie? Come si coniuga il contenimento delle spese che giustificherebbe, a detta della Casa di Cura, il licenziamento dei tre lavoratori, con i compensi che vengono pagati ai vertici dell’azienda? Non vorremmo infatti che qualcuno pensasse di far pagare oggi ai tre lavoratori licenziati le discutibili scelte strategiche connesse con l’avvio, a pieno regime, del reparto di ortopedia protesica, senza aver prima ricevuto l’adeguato stanziamento di fondi da parte della Regione. Come garantirà ora, la Casa di Cura Villa Igea, quella manutenzione ordinaria che il manuale di accreditamento prevede essere indispensabile per il conseguimento ed il mantenimento della convenzione con la Regione Marche? Chi provvederà a collegare le bombole di ossigeno, a trasportare le flebo dal magazzino ai reparti, ad effettuare il trasporto del sangue ed a svolgere tutte quelle preziose attività giornaliere dalle quali dipendono il buon funzionamento di tutta la casa di cura, se i lavoratori addetti a questi servizi sono stati licenziati e l’unico rimasto in servizio, arrivato di recente, non è neppure dipendente strutturato della Casa di Cura? Se la Casa di Cura Villa Igea non ritirerà i licenziamenti la FP CGIL mobiliterà i lavoratori per chiedere alla Regione un fattivo ed urgente intervento volto sia a riconoscere l’attività ortopedica effettuata sia a pretendere, a fronte dell’incremento di budget comunque riconosciuto dalla Regione alla Casa di Cura di 300.000,00 euro, il rispetto delle dotazioni organiche minime necessarie ad offrire una adeguata assistenza agli utenti, incluso il servizio di manutenzione che è indispensabile a garantire il pronto ed efficace funzionamento degli impianti, dal buon funzionamento dei quali dipendono anche le vite degli utenti ricoverati. Non è possibile che una eventuale improvvisa politica di contenimento dei costi possa portare una Casa di Cura accreditata con uno dei pochi Servizi Sanitari ritenuti virtuosi su tutto il territorio nazionale, come quello marchigiano, a tagliare posti di lavoro, specie se questi tagli avvengono dopo importanti investimenti effettuati in nuove branche specialistiche autorizzate dalla Regione Marche. Serve un intervento urgente delle autorità sanitarie e politiche regionali, teso al riconoscimento del lavoro svolto dalla Casa di Cura Villa Igea ed all’immediato ritiro dei licenziamenti.  

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