NUOVI STANDARD PER GLI ENTI FORMATIVI: SAREBBE UN ERRORE SE LA REGIONE…

CGIL Marche  La Regione Marche è in procinto di rivedere i criteri e le procedure per l’accreditamento delle strutture formative.L’obiettivo di definire standard volti a garantire una maggiore qualità dell’offerta formativa  e rendere più stringenti i criteri di accreditamento per le strutture formative operanti nel territorio regionale è fondamentale; tuttavia, occorre valutare con attenzione i criteri sulla base dei quali si intende realizzare la selezione, anche per le ricadute che il provvedimento potrebbe avere.Per migliorare la qualità dell’offerta formativa è necessario intervenire sulla didattica, sulla progettazione, sulle reti con il territorio e  sulla docenza valutando anche gli esiti formativi.   Sarebbe un errore se la Regione richiedesse requisiti infrastrutturali troppo stringenti, come  un set minimo di locali usati in modo esclusivo dall’ente formatore: l’adozione di tale criterio avrebbe il solo effetto di aumentare i costi fissi delle strutture formative senza alcun beneficio per la qualità dell’attività formativa.  Non è, infatti, la disponibilità fissa di un’aula che garantisce la qualità della formazione. Peraltro, le attività formative dovrebbero essere svolte nei luoghi e nelle sedi più agevoli per gli allievi, a prescindere da dove si trova la sede operativa dell’ente formativo. Pertanto, l’adozione di tale requisito porterebbe un aumento ingiustificato dei costi per le aule laddove vengano promosse attività formative in località baricentriche rispetto alla sede ma più vicine all’utenza. Occorre sottolineare che non risulta che tale requisito venga richiesto da altre regioni limitrofe. Sarebbe poi un errore se la Regione limitasse le attività di formazione che possono essere realizzate da istituti scolastici, limitazione che determinerebbe una sperequazione ai danni delle strutture pubbliche rispetto a quelle private.Bisogna ricordare che ci sono istituti scolastici, a partire da quelli professionali, che hanno laboratori, attrezzature e soprattutto competenze specifiche che non ha nessun’altra struttura formativa (si pensi solo ai laboratori di cucina degli istituti alberghieri) e sarebbe un errore non valorizzare e salvaguardare tali risorse che possono utilmente essere messi a disposizione di attività di formazione professionale. Sarebbe un errore anche limitare le attività di formazione svolte dai Centri per l’Impiego, l’Orientamento e la Formazione la cui costituzione ha rappresentato un’importante e innovativa intuizione in quanto ha interpretato l’idea di riunificare tutta la filiera dei servizi; pertanto, limitarne le opportunità di realizzazione di attività formative rappresenterebbe un incomprensibile ritorno al passato che non terrebbe conto né degli investimenti fatti dai CIOF in questi anni né delle migliori esperienze e buone pratiche realizzate. Sarebbe un errore se la Regione non recuperasse la necessaria visione strategica di integrazione che tenga insieme il lavoro, la formazione, la scuola in una logica di unitarietà per poter rispondere al meglio ai bisogni dei lavoratori, delle imprese, del territorio, soprattutto in questo difficile momento di crisi. Infine, sarebbe un errore se la Regione non valorizzasse i precari della scuola, come  possibile risorsa per il sistema delle strutture formative, eventualmente a fronte di interventi formativi e/o di aggiornamento su metodologie didattiche specifiche. Chiediamo alla Regione Marche, ed in particolare alla Giunta regionale di considerare con attenzione queste nostre proposte che abbiano manifestato in più occasioni all’Assessore Marco Lucchetti, ed individuare criteri che possano innalzare veramente la qualità del sistema della formazione. 

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