Sono corpi nostri

Lo studio, il lavoro, i diritti non possono più essere pensati in astratto. La retorica di tanta politica ha perso la capacità di comunicare efficacemente con chi tutti i giorni vive sulla propria pelle problemi che intrappolano la propria vita in condizioni inaccettabili.
Parliamo di:
– chi viene messo a lavorare, con uno stage o un apprendistato, senza che gli sia mai stato fatto un corso sulla sicurezza personale e non sempre va tutto bene;
– chi fa lavori usuranti ma con contratti che non dimostrano niente a nessuno e dunque si immettono nel mondo del lavoro consapevoli che dovranno sgobbare fino a 70 anni;
– chi fa un lavoro “nuovo” e dunque non ancora riconosciuto come usurante, come tutti quei lavori che sottopongono a stress altissimi;
– chi fa un lavoro sottopagato, con un contratto che scade prima dello yogurt, chi non viene riconosciutə nelle proprie competenze e quindi messə a svolgere compiti avvilenti o per tenersi un posto decente deve dare e dimostrare ogni giorno il 300% ed è sempre sull’orlo del burn out;
– chi viene sottopostə a ritmi di lavoro che non si conciliano con l’uso dei dispositivi di protezione individuale o con la cautela necessaria a non rischiare la propria salute.
Per non parlare di tutti quei lavori da cui veniamo tagliatə fuori perché non ci identifichiamo in un sistema di genere binario, di tutti quei lavori che ci incastrano in un dress code motivato solo dal perbenismo borghese, nel mobbing e di tante altre pratiche che hanno a che fare con la nostra sfera più intima e personale.

Avete distrutto il pianeta, avete piegato la cultura e le leggi all’economia capitalista, adesso vi poniamo un limite invalicabile: sono corpi nostri.