Le Camere del Lavoro delle Marche:
CGIL Marche Al via il XII congresso della Cgil Marche, da oggi sino a domani, alla Mole Vanvitelliana di Ancona. Il lavoro è il tema del congresso di un sindacato che conta 174mila iscritti. Ad aprire i lavori, questa mattina, la segretaria generale uscente Daniela Barbaresi, presente anche la segretaria nazionale, Gianna Fracassi.ECONOMIA MARCHE – Le Marche hanno avuto una crescita post crisi tra le peggiori a livello nazionale dichiara Barbaresi – , gli ottimisti parlano di ripresina’ ma la situazione è più complessa. Ci sono imprese di eccellenza ma sono insufficienti per fare sistema. Anche per l’occupazione si parla di crescita ma è solo per il lavoro precario e a tempo parziale con evidenti ripercussioni sul piano salariale. Dunque, crescono le diseguaglianze tra persone e territori e crescono le situazioni di disagio. A questo si sommano le debolezze sul fronte dell’export e dell’internazionalizzazione, degli investimenti e le criticità sul fronte delle infrastrutture. Per Barbaresi, il vero tema è capire q uale prospettiva dare alle Marche in termini di sviluppo, coesione e condivisione. SISMA – Dice Barbaresi: La priorità è come garantire che, nel più grande cantiere d’Europa, la ricostruzione possa realizzarsi nel pieno rispetto della legalità, dei diritti dei lavoratori e di coloro che poi dovranno vivere in quei territori. E poi: E’ necessario che istituzioni e sistema delle imprese sostengano una grande battaglia per la legalità. Sul tema della ricostruzione e dello sviluppo delle aree del sisma, insieme a Cisl e Uil, abbiamo lanciato proposte per un Patto che, partendo dalle aree interne, potesse avere un impatto per tutta la regione. Tuttavia, finora, non si è ancora sviluppato un vero e proprio confronto che vedesse protagonista la giunta regionale.OCCUPAZIONE Nelle Marche, nel 2017, i lavoratori dipendenti sono 417mila. Di questi, 105mila sono precari, 142mila part-time. Ci sono poi 30mila intermittenti e 24mila in somministrazione: rispetto a 10 anni fa, mancano all’appello 18mila posti di lavoro, si sono persi 60mila posti a tempo pieno e indeterminato. Altro elemento importante: le retribuzioni nella regione sono molto più basse delle medie nazionali e delle altre regioni del Centro sottolinea Barbaresi -. C’è quindi una questione salariale da affrontare oltre che occupazionale.IMPRESE, SANITA’, RAPPORTI CON LA REGIONE Anche le imprese devono fare la loro parte, la contrattazione deve essere sempre più inclusiva per riunificare il mondo del lavoro così’ da accrescerne la qualità, i diritti e il salario. Sulla sanità, ci sono tanti punti critici: dai servizi territoriali all’assistenza domiciliare, occorre poi fare investimenti sulla rete dell’emergenza, potenziare il sistema della prevenzione e promuovere azioni ad hoc per ridurre le liste di attesa. Su tutti questi temi, i sindacati hanno provato ad avanzare proposte ma la Regione non ha voluto dare il giusto peso. Per questo conclude Barbaresi -, chiediamo che ci possa essere subito un cambio di passo; se così non sarà, la nostra risposta sarà la mobilitazione e la piazza.