CGIL, MARCHE: SCIOPERO GENERALE MARTEDI’ 6 SETTEMBRE. LE MANIFESTAZIONI NELLA REGIONE

CGIL MARCHE  CGIL, MARCHE: SCIOPERO GENERALE MARTEDI’ 6 SETTEMBRE. LE MANIFESTAZIONI NELLA REGIONE Sciopero generale Cgil di otto ore martedì 6 settembre.Per l’occasione, nelle Marche sono state promosse cinque manifestazioni territoriali. Intanto, nel corso della settimana, si sono svolti attivi di quadri e delegati, assemblee nei luoghi di lavoro, volantinaggi nelle piazze, nei mercati e lungo le spiagge.LE MANIFESTAZIONI – A Pesaro, la manifestazione avrà inizio alle ore 9 in piazzale Primo Maggio con il corteo che giungerà sino a Piazzale Lazzarini per il comizio finale alle 10,30 con Gianni Venturi, segretario generale Cgil Marche.A Macerata, la manifestazione partirà alle 9 da piazza della Vittoria: il corteo transiterà lungo le vie cittadine sino ad arrivare, alle 10,30, a piazza Vittorio Veneto con Simona Pomante, segreteria nazionale Filctem Cgil; a Fermo, la manifestazione avrà inizio alle ore 10 in piazzale Azzolino con Andrea Righi, segreteria nazionale Filcams Cgil.Ad Ascoli Piceno, si parte alle 9,30 da piazza Giacomini per giungere alle 11 in piazza Simonetti con Tatiana Fazi, segreteria nazionale Filt Cgil, per il comizio finale. Ad Ancona, il corteo partirà alle 9 da C.so Carlo Alberto per poi giungere alle 10,30 in piazza Roma con Sandro Del Fattore, coordinatore Dipartimento Welfare Cgil nazionale, che terrà il comizio finale.E’ questo il quinto sciopero generale dall’insediamento del Governo Berlusconi, il secondo da quando è alla guida della Cgil, Susanna Camusso.LE RAGIONI DELLA PROTESTA – “Il Governo si assume la responsabilità di una manovra iniqua e sbagliata: pagano i soliti e l’effetto sarà un’ulteriore riduzione dei redditi, dei consumi, degli investimenti e dell’occupazione”, dichiara Gianni Venturi, segretario generale Cgil Marche. In particolare, la Cgil punta il dito contro una manovra che riduce gli investimenti, privatizza i servizi pubblici locali, attacca la Costituzione, i diritti dei lavoratori, l’autonomia delle parti sociali e i contratti nazionali. Un provvedimento, dunque, per la Cgil, che renderebbe ancor piu’ critica la situazione occupazionale.

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