ALLARMANTE ARRETRAMENTO ANCHE NELLE MARCHE DEL “PUBBLICO” NEI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI

Alessandro Pertoldi – segretario generale Funzione Pubblica CGIL Marche  ALLARMANTE ARRETRAMENTO ANCHE NELLE MARCHE DEL “PUBBLICO” NEI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI   Ancona, 15 marzo 2013 – Mentre Stato e Regioni riducono progressivamente le risorse destinate alla gestione associata dei servizi sociali (Piani di zona), prosegue nei Comuni la tendenza all’incremento degli affidamenti e delle esternalizzazioni, con forte coinvolgimento delle associazioni nell’erogazione dei servizi alla persona.  Il panorama è allarmante  visto il continuo arretramento del sistema dei servizi pubblici anche nella nostra Regione.  Fra azzeramenti, riduzioni e tagli, saranno i cittadini più fragili a pagarne le conseguenze  più pesanti . Organici pubblici  all’osso, dismissione dei servizi a gestione diretta. Negli ultimi anni le amministrazioni pubbliche locali incontrano maggiori difficoltà nell’esercizio delle loro funzioni più qualificate, con particolare riferimento all’attivazione di politiche di sviluppo e alla qualificazione dei servizi collettivi. La finanza locale vive un periodo molto difficile, segnato soprattutto dall’incertezza che sta caratterizzando i lavori di preparazione dei bilanci di previsione per il 2013 con particolare riferimento agli aspetti che riguardano i trasferimenti statali e le entrate tributarie e la riorganizzazione dei piccoli comuni. Inoltre, sollecitate dal Patto di stabilità le amministrazioni comunali hanno ormai intrapreso la strada del progressivo dimagrimento degli organici pubblici.  La conferma del trend arriva dai dati sulle assunzioni, riportati dal Ministero dell’Interno nel “censimento generale del personale in servizio presso gli enti locali”. Nel 2011, le procedure di assunzione nei Comuni, sulla base di nomine da concorso, risultano essere complessivamente (relativamente a tutti i settori d’intervento) a livello nazionale solamente 3.008. Erano 8.525 nel 2010, una contrazione quindi di quasi il 65% dei casi in soli 12 mesi. Seppur in presenza degli storici divari territoriali, il fenomeno appare diffuso in tutte le regioni della penisola ma in particolare nell’area del Centro Italia, dove la contrazione raggiunge il 72,3%.  Le Marche (-99,2%) risulta infatti la regione dove si riducono maggiormente nei comuni le nomine da concorso. Inoltre il quadro normativo sollecita ormai da alcuni anni i Comuni alla dismissione dei servizi in gestione diretta a favore dell’affidamento a soggetti terzi. Sono solamente il 42%  gli interventi sociali gestiti direttamente dai Comuni. Crollano le assunzioni. Ridimensionamento degli organici comunali a vantaggio degli affidamenti, aumento dei carichi di lavoro per gli addetti e forte coinvolgimento delle Associazioni di volontariato nell’erogazione dei servizi socio-assistenziali (anziani, minori, adulti in difficoltà, ecc.). Il nuovo welfare locale è sempre meno «comunale». Educatori, psicologi, assistenti sociali, tutti precari. Si riduce l’impegno pubblico  per i servizi alla persona:  il rapporto tra numero di operatori e numero di utenti è destinato ad aumentare, specie per i servizi per l’infanzia e l’assistenza domiciliare  per gli anziani.Nel periodo tra ottobre 2012 e febbraio 2013 è stato rilevato come le procedure di assunzioni attivate dai Comuni più grandi (con popolazione superiore ai 10 mila abitanti) per l’erogazione di servizi socio-assistenziali, abbiano privilegiato, a fronte dei forti vincoli posti al lavoro a tempo indeterminato, il reclutamento di  dipendenti con contratti a termine o «flessibili». Le preoccupazioni riguardano la progressiva riduzione dell’impegno pubblico nei confronti dei servizi alla persona: a giudicare dai dati ottenuti, il rapporto tra numero di operatori e numero di utenti è destinato ad aumentare, specie per quanto riguarda i servizi per l’infanzia e l’assistenza domiciliare  per gli anziani (Sad). Gli affidamenti diretti ad associazioni e cooperative sociali: niente gare, mancata applicazione dei principi di equità e concorrenza introdotti dalla legge 328 di riforma dell’assistenza. Gli enti locali non hanno applicato gli indirizzi della riforma dell’assistenza (legge 328/2000 e Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 marzo 2001, «Ruolo dei soggetti del Terzo Settore nella programmazione progettazione e gestione dei servizi alla persona») per la diffusione delle forme di aggiudicazione cosiddette negoziate, volte cioè a sviluppare – attraverso le formule dell’ «appalto concorso» e della «co-progettazione» – le capacità progettuali dei concorrenti del Terzo Settore.     Tabella 1. Modalità di gestione servizi assistenziali da parte dei comuni  Economia Diretta Consorzi e Convenzioni Appalti Concessioni a terzi Istituzioni Unione Comuni Altro (*) Marche 47,1 14,8 15,9 5,1 4,7 3,5 9,0                 Nord-Est 40,6 15,4 9,4 3,7 4,4 5,6 20,9 Nord-Ovest 25,9 47,3 9,4 2,9 2,2 2,7 9,7 Centro 44,1 23,4 12,4 3,9 2,6 2,8 10,7 Sud 53,8 10,7 13,8 4,7 2,9 1,8 12,3                 TOTALE 43,6 21,5 11,8 4,0 3,0 3,0 13,2 Fonte: elaborazioni su dati Ministero dell’Interno  (*) compresi accordi programma, enti autonomi, aziende speciali municipalizzate, società partecipate, co.co.co e patrocini.
Tabella 2. Procedure di assunzione nei comuni. Anno 2011 e variazione. % 2010-2011
Regione Nomina da Concorso Stabilizzazioni da
contratti a tempo determinato
2011 var.% 10/11 2011 var.% 10/11 Marche 2 -99,2% 0 -100,0%           Nord-Est 638 -62,7% 25 -44,4% Nord-Ovest 829 -64,7% 49 -34,7% Centro 648 -72,3% 17 -86,3% Sud 893 -57,9% 351 -74,3%           TOTALE 3.008 -64,7% 442 -72,5% Fonte: elaborazioni su dati Ministero dell’Interno  Tabella 3: Tipologia di affidatario dei servizi sociali, per ripartizione geografica   Cooperative Sociali Associazioni e volontariato Altre imprese Nord-Ovest 72,5% 25,5% 2,0% Nord-Est 71,8% 25,6% 2,6% Centro 67,4% 30,4% 2,2% Sud 64,7% 32,4% 2,9% Isole 68,2% 27,3% 4,5% Totale 69,3% 28,1% 2,6% 

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