POSTE: SLC CGIL – SLP CISL DENUNCIANO NUOVE DISCRIMINAZIONI.

SLC CGIL SLP CISL Marche  QUANTO VALE UN FIGLIO PER POSTE ITALIANE  LE LAVORATRICI IN GRAVIDANZA PERDONO 140 EURO!   Nei giorni scorsi, Poste Italiane S.p.A. e quattro organizzazioni minoritarie, UilPoste, Failp-Cisal, ConfsalCom e UglCom che rappresentano solo il 22% della categoria, hanno ritenuto di sottoscrivere un accordo con il quale sono fortemente penalizzati, nella valorizzazione della presenza in servizio, oltre 35.000 lavoratrici e lavoratori, tra cui anche le donne in maternità. Nelle Marche, il 62% del personale è composto da donne. “Numerose le ricadute nelle province di Ascoli e Fermo, sottolineano Rosella Daziani (Slc Cgil) e Dario Riccetti (Slp-Cisl), dove ci sono state un maggior numero di maternità. Le neomamme dovranno scegliere e, se vogliono accudire i propri figli, sembra dovranno rinunciare a una parte di salario… Per effetto di questo accordo, al pari di altre categorie di discriminati come  i lavoratori in infortunio, i malati di gravi patologie e chi subisce ricoveri in ospedale, le giovani mamme non avranno più diritto al Bonus Presenza (140 euro annui)”.  Caterina Gaggio e Barbara Apuzzo, responsabili del Coordinamento Nazionale Donne rispettivamente di Slp Cisl e Slc Cgil, hanno subito inviato al Ministro Fornero una lettera in cui chiedono la revoca del Bollino Rosa assegnato all’azienda dallo stesso Ministero del Lavoro nel 2007, chiedendo un’attenzione particolare per un grave atto discriminatorio che potrebbe essere emulato anche da altre aziende. Nel frattempo le due organizzazioni Slp-Cisl e Slc-Cgil che da sole rappresentano oltre il 50% dei lavoratori chiederanno un controllo finalizzato a verificare la validità erga omnes dell’accordo. Non è questo lo spirito. Né sono stati rispettati i contenuti dell’accordo interconfederale del 28 giugno 2011.  

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