Sciopero generale 11 aprile, Cgil e Uil: sicurezza, fisco e contratto. Le piazze nelle Marche

Oltre 40 incidenti sul lavoro al giorno dove i più penalizzati sono giovani e precari in un mercato del lavoro che vede meno del 10% dei contratti attivati nell’ultimo anno a tempo indeterminato. Una situazione preoccupante, quella marchigiana, ma che ci accomuna alle altre regioni italiane e che, in assenza di risposte da parte del Governo nazionale, ha portato Cgil e Uil a dichiarare quattro ore di sciopero generale.

Nelle Marche, sono previste 5 manifestazioni nei capoluoghi di provincia in occasione dello  sciopero generale dell’11 aprile, promosso da Cgil e Uil, esteso a 8 ore per tutti i settori privati in seguito ai gravi fatti accaduti sul bacino del lago di Suviana.

Le manifestazioni saranno:

ad Ancona, dalle 10, con corteo da piazza della Repubblica a piazza del Plebiscito

a Pesaro, dalle 10.30, in piazza del Popolo

a Macerata, dalle 9.30, in piazza della Libertà

a Fermo, dalle 9, in corso Cavour

ad Ascoli Piceno, dalle 10, in piazza Arringo

Lo sciopero generale è  per chiedere maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro, salari e pensioni dignitosi e una riforma fiscale all’insegna dell’equità e della giustizia.

 Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil Marche, sottolinea che “si sciopera perché, ancora oggi, non c’è un tavolo di confronto a livello nazionale e   regionale. Le proposte del ministro Calderone, oltre al fatto che non state condivise dai sindacati,  non vanno nella direzione da noi auspicata. E’ tempo di agire con investimenti, a partire dalle assunzioni di migliaia di ispettori”.

“Da oltre due anni – spiega la segretaria generale della Uil Marche Claudia Mazzucchelli – abbiamo lanciato la campagna Zero Morti sul Lavoro per denunciare gli inaccettabili bollettini di guerra che siamo costretti a subire ogni giorno. Lo scorso anno nella nostra regione si sono verificati quasi 17mila infortuni, quasi 2 ogni ora. Sono morte 28 persone. Non è degno di un paese civile l’andare al lavoro e non sapere se si riuscirà a tornare a casa ed è per questo che chiediamo leggi più rigorose, lotta alla precarietà, formazione continua per tutti e controlli intensificati sulle norme di sicurezza”.  

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