TASSE: I PENSIONATI MARCHIGIANI TRA I PIU’ COLPITI SECONDO UN’INDAGINE DELLO SPI CGIL

SPI CGIL Marche TASSE:  I PENSIONATI MARCHIGIANI TRA I PIU’ COLPITI SECONDO UN’INDAGINE DELLO SPI CGIL Tasse: pensionati tra le fasce più colpite secondo un’indagine svolta dallo Spi Cgil. Tra le imposte, l’Imu,  sulla casa, dove la sola nota positiva da registrare è il fatto il 97% dei Comuni marchigiani ha deciso di applicare l’aliquota  Imu prevista per l’abitazione principale agli immobili posseduti da anziani o disabili non autosufficienti e che quindi risiedono in istituti di ricovero. Una scelta effettuata in seguito ad un accordo raggiunto tra i sindacati dei pensionati Marche e l’Anci, l’associazione dei Comuni: un’intesa che ha reso possibile concedere trattamenti agevolati  per anziani non autosufficienti.Nel complesso, comunque, la situazione per molte famiglie di pensionati marchigiani è al limite della sopravvivenza. Dai dati dei Caaf Cgil, i patronati del sindacato, emerge che su 89mila pratiche Imu svolte nella regione, oltre 42mila (47,5%) riguardano ultra65enni; di questi 42mila, oltre 8mila (19,5%) hanno un reddito inferiore a 7500 euro lordi annui. Questo significa che tante famiglie di pensionati sono state costrette a scegliere se pagare l’Imu o comprare cibo, o pagare il riscaldamento o i medicinali. Tutto ciò accade perché l’Imu non è un tassa progressiva tant’è che, nelle Marche, il 38,2% delle amministrazioni comunali  ha lasciato invariata l’aliquota sulla prima casa aumentando la seconda; il 37,4% ha aumentato entrambe le aliquote mentre il 19,3% ha lasciato invariato le aliquote. Questo, secondo lo Spi Cgil, è in forte contrasto  anche con quanto sostenuto dal presidente della Repubblica, Napolitano, secondo cui il prelievo deve essere sulla base del reddito; in questo modo, invece, è stato cancellato il principio della leva fiscale quale strumento di equità e redistribuzione del reddito.Se il 2012 si chiude in modo pesante per gli anziani marchigiani, non sarà facile anche il 2013. Con il nuovo anno, infatti, saranno applicate le norme dei ministri Sacconi-Fornero, per cui dal 1° gennaio scatteranno nuove norme  per i pensionati che peggioreranno il calcolo della pensione con una riduzione del 3,3% del calcolo della stessa rispetto al 2012 e, addirittura, del 12,8% rispetto al 2009. Non solo. In più infatti occorrerà fare i conti con l’allungamento della data per andare in pensione: si lavorerà di più perché la pensione sarà agganciata all’aspettativa di vita limitando, di fatto, le prospettive occupazionali dei giovani.  

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