Le Camere del Lavoro delle Marche:
“Il metalmeccanico tiene, nonostante tutto. I dati dell’Ires Cgil evidenziano una tenuta del settore ma la vera sfida sarà quella della ripresa nei prossimi mesi, legata anche alle scelte delle aziende attraverso le risorse europee del Recovery Fund, destinate solo a quelle più virtuose, intenzionate a procedere con i cambiamenti previsti”, fa sapere Tiziano Beldomenico, segretario generale Fiom Cgil Marche, all’iniziativa di oggi ad Ancona, “Metal Meccanica Marche: quali prospettive”, con Francesca Re David, segretaria generale Fiom Cgil. Beldomenico aggiunge:”Il rischio, altrimenti, è quello della perdita di troppi posti di lavoro rispetto anche alle aziende che già si sa che non ce la faranno”. Le imprese, dunque, continua, “dovranno da subito compiere scelte importanti di cambiamento senza attendere l’arrivo dei fondi, anzi anticipando gli utili registrati negli ultimi bilanci”.La crisi sta già penalizzando le Marche: territori come il Fabrianese e l’Ascolano hanno subito pensanti perdite di posti di lavoro; la vertenza Elica, sottolinea il segretario Fiom, “rischia di essere la prima di una lunga serie con un’impresa che, per scelte legate alla logica del massimo profitto, decide di de localizzare in Polonia”. C’è poi tutta la questione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro dove, ricorda Beldomenico, “occorre compiere un passo decisivo per invertire questo bollettino di guerra su morti e infortuni, che non è più accettabile leggere ogni giorno”.Ricerca Ires Cgil – Nel 2019 i lavoratori dipendenti nel settore a livello regionale sono 59.539. Il comparto più in crisi è quello degli elettrodomestici ed elettronica che perde 251 dipendenti nell’ultimo anno giungendo a quota 11.955. Dei quasi 60mila lavoratori, oltre 38mila sono operai, 16mila impiegati e oltre 3mila gli apprendisti; le donne sono 12mila e rappresentano il 19,7% degli occupati. Sul piano contrattuale, l’81,5% ha un contratto a tempo indeterminato ma, negli ultimi anni, sono in aumento i part time e i tempi determinati. Per quanto riguarda le retribuzioni, quella lorda annua è di 26.761 euro; gli operai guadagnano, in media, 23.112, gli impiegati 32.451, i quadri 69.925 euro, i dirigenti 141.933 e gli apprendisti 15.516. La retribuzione media degli uomini è di 27.834, quella delle donne 22.399 euro. Sul fronte dell’export, secondo i dati Istat, ammonta a 4,4 miliardi di euro il valore delle esportazioni delle imprese marchigiane della metalmeccanica nel 2020, un dato da cui si escludono quelle del settore nautico. I numeri più elevati sono quelli per le macchine utensili con 1,8 miliardi di euro e l’elettrodomestico ed elettronica con 1,3 miliardi. Nell’ultimo anno, le esportazioni sono scese di 586 milioni di euro e cioè dell’11,7% , un calo superiore a quello registrato a livello nazionale. Un dato importante è che, dal 2008, la quota di export marchigiano su quello nazionale passando dal 2,43% del 2008 al 2,19% del 2020 per effetto del crollo dell’elettrodomestico. L’ultimo capitolo dell’indagine è relativo ai bilanci aziendali: secondo i dati dell’Osservatorio regionale, la condizione patrimoniale delle imprese è, nel complesso, positiva: la crescita del patrimonio netto è stata significativa passando da 1,5 miliardi nel 2015 a 2,2 miliardi nel 2019. Sul piano economico, il 2019 ha registrato un calo dell’utile di 36 milioni di euro (-14,1%). Nel complesso, però, l’utile è cresciuto, rispetto al 2015, di 73 milioni di euro.
Le conclusioni sono di Francesca Re David, segretaria generale Fiom Cgil nazionale: “Il blocco dei licenziamenti – dichiara la segretaria – deve durare fino alla riforma degli ammortizzatori, che dicono si farà presto, come per tutti gli altri settori”. Di più. Secondo Re David, “la questione dei licenziamenti è alquanto incredibile quelli che possono essere licenziati sono i lavoratori dell’industria, per tutti gli altri si è prorogato sino ad ottobre: sono quei lavoratori che hanno sempre pagato la cassa integrazione e i contributi”. E’ dunque “giusto che venga creato un ammortizzatore universale per chi non ce l’ha, che ora venga costruito. Ma non ha senso che venga tolto”. Insomma, chiude, “bisogna ampliare il contratto di solidarietà per retribuire il lavoro e serve la formazione dentro l’orario di lavoro. Se il governo non ascolta, ci mobiliteremo per farci ascoltare e questo il modo che abbiamo”.
All’iniziativa hanno preso parte anche Walter Cerfeda, presidente Ires Cgil Marche, Elisa Marchetti, ricercatrice Ires, Sauro Longhi, docente della Politecnica delle Marche e Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche.