FLC-CGIL, FIR-CISL e UIL-RUA delle Marche a fianco dei precari del CNR-ISMAR di Ancona PER RILANCIARE LA RICERCA MANIFESTAZIONE UNITARIA 2 OTTOBRE 2013 A ROMA

FLC-CGIL    FIR-CISL    UIL-RUA Segreterie regionali Marche  FLC-CGIL, FIR-CISL e UIL-RUA delle Marche a fianco dei precari del CNR-ISMAR di Ancona PER RILANCIARE LA RICERCA MANIFESTAZIONE UNITARIA 2 OTTOBRE 2013 A ROMA   Le Organizzazioni Sindacali FLC-CGIL, FIR-CISL, UIL-RUA delle Marche sostengono i precari del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) – Istituto di scienze del Mare (ISMAR) di Ancona che parteciperanno alla manifestazione a Roma per il prossimo 2 Ottobre davanti a Montecitorio indetta da FLC-CGIL, FIR CISL e UILRUA, per protestare contro il DL “Salvaprecari” (dLgs. 101/13) che, a dispetto del nome, di fatto non risolve ed anzi aggrava la loro situazione.  La Sede del CNR-ISMAR di Ancona nasce nel 1968 come Laboratorio di Tecnologia della Pesca e riconosciuto dal Ministero della Marina Mercantile con D.M. 25/06/1971. Le sue ricerche comprendono gli aspetti biologici, tecnologici ed ambientali del settore pesca ed ecologia marina. Attualmente l’attività di ricerca svolta dall’istituto è per più del 50% affidata a personale precario. L’eventuale approvazione del dLgs. 101/13, senza una opportuna revisione, porterà alla perdita del posto di lavoro del comparto precari dell’Istituto, con serie conseguenze nelle attività di ricerca e di supporto scientifico alla gestione nazionale ed Europea della pesca e di tutte le attività ad essa collegate. Gli ambiti di ricerca più importanti, a cui fanno capo altrettanti gruppi di lavoro, sono la biologia della pesca, la gestione dell’ambiente marino, la dinamica di popolazione di specie ittiche, l’oceanografia fisica e chimica, la microbiologia marina, la geologia marina, l’acustica marina, la tecnologia delle navi e degli attrezzi da pesca. Attualmente tali attività sono condotte sia in Mediterraneo (e più specificatamente in Adriatico) sia in aree oceaniche (Antartide), anche in collaborazione con istituti di altri paesi, nell’ambito di progetti nazionali e internazionali. I ricercatori dell’Istituto hanno operato ed operano come esperti scientifici a livello locale, nazionale ed internazionale (FAO-GFCM; UE-STECF)(molti di loro sono precari), e fino ad ora hanno prodotto valutazioni sugli stock ittici e consigli scientifici per MIPAF, EU, e partecipano a incontri internazionali come GFCM –Tecnicalconsultations , GFCM – ScientificAdvisoryCommittees e FAO-ADRIAMED Workinggroups. L’organico è costitutivo da 47 persone di cui 33 a tempo indeterminato (4 I° ricercatori, 14 ricercatori, 1 funzionario amministrazione, 7 Collaboratore tecnico di ricerca (CTER), 4 Collaboratore di amministrazione, 2 Operatore tecnico, 1 Operatore di amministrazione) e 14 persone a tempo determinato (4 ricercatori, 3 tecnologi, 7 tecnici), e inoltre 12 persone non strutturate (7 borsisti di studio, 5 assegni di ricerca). L’età’ dei precari va da 25 a 41 anni, alcuni di loro hanno ben oltre 10 anni di contratti parasubordinati e subordinati e hanno superato concorsi ancora validi .  Collaborano inoltre numerosi studenti in formazione come dottorandi, laureandi e tirocinanti che vengono spesso formati e seguiti dai precari anziani.  Come si può facilmente desumere, i lavoratori con rapporto di lavoro precario superano ormai il 50% dell’organico, sforando addirittura il 60% del totale se si considerano solo I ricercatori.  In particolare preme sottolineare il grande lavoro di raccolta dati in mare, le campagne di pesca e oceanografiche  che vengono svolte per quasi la totalità dal personale precario anche come capi-missione. Questo problema si è molto accentuato da quando i tecnici storici dell’Istituto, sono andati in pensione, senza essere sostituiti da nuovo personale stabile.  L’Istituto riesce, anche per merito dei responsabili scientifici, a raccogliere ben 3 milioni di euro l’anno che è quasi il 50% del totale budget dell’ISMAR.  Inoltre, tra i 7 Istituti italiani, Ancona rappresenta una delle tre sedi più grandi assieme a quelle di Venezia e Bologna (gli altri quattro minori sono a Lesina, Trieste, Genova e La Spezia).  Tutto questo fermento scientifico, con questi ottimi risultati non sarebbe possibile senza il contributo dei precari. Il futuro del CNR-ISMAR di Ancona dipende anche dal giusto riconoscimento del loro ruolo e della loro professonalità attraverso un doveroso percorso di stabilizzazione con il quale potranno guardare avanti con serenità ed impegno.  

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *