LEGGE DI STABILITÀ:  SI TAGLIA LA SANITÀ SENZA DIRLO – LE RICADUTE NEGATIVE PER LE MARCHE

 Alessandro Pertoldi – Segretario Generale FP CGIL Marche LEGGE DI STABILITÀ:  SI TAGLIA LA SANITÀ SENZA DIRLOLE RICADUTE NEGATIVE PER LE MARCHE  Il governo impone tagli per 4 miliardi alle Regioni e siccome il 75% delle spese regionali riguardano la Sanità i tagli ci saranno. E allora diventa un “trucco” dire che il governo non tocca il finanziamento del Servizio sanitario nazionale fissato dal “Patto per la Salute”. Se poi la riduzione dell’Irap non sarà compensata, rischia di crollare il finanziamento per i Livelli essenziali di assistenza. È bene che si sappia che il nostro Servizio Sanitario Regionale non può reggere un ulteriore taglio alla spesa del personale dopo le manovre finanziarie di contenimento degli ultimi anni che hanno determinato una significativa diminuzione degli operatori sanitari. Il rischio concreto nella nostra Regione è che i tagli imposti dal governo vanifichino gli effetti del “protocollo” sottoscritto dalla Regione Marche in data 17 febbraio u.s. con CGIL CISL UIL soprattutto per quanto concerne il capitolo “risorse umane” che prevede la copertura del turn over al 100% e la proroga dei contratti di lavoro a termine fino alla stabilizzazione del personale precario. La stessa Regione Marche con la sottoscrizione in data 17 febbraio u.s. del “Protocollo” con CGIL CISL UIL  ha ammesso che i tagli operati sui livelli occupazionali e sulla spesa del personale sono stati significativi. Nel solo confronto 2011 – 2012 le Marche hanno registrato in un anno una perdita di 491 operatori sanitari fra le diverse figure professionali (dato ufficiale) e la perdita complessiva nel triennio 2011 – 2013 si attesta  su circa 1.500 operatori.Per noi “spending review” deve significare lotta alla corruzione e agli sprechi ed i risparmi  devono restare nell’ambito del sistema socio sanitario ed essere restituiti ai cittadini con più servizi e meno ticket e per rinnovare il contratto ai lavoratori della sanità. Invece questa “spending review” è finta: serve solo a finanziare la manovra economica, scaricandola poi sui cittadini tramite le regioni e i comuni.  Cittadini che già rinunciano alle prestazioni sanitarie causa una significativa riduzione del reddito disponibile. Infatti, l’ 11,1% della popolazione (dato ISTAT) ha rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria erogabile dal Servizio Sanitario pur ritenendo di averne bisogno. Oltre una persona su due rinuncia per motivi economici e circa una su tre per motivi di offerta. Gli operatori della sanità scendono in piazza il 25 ottobre a Roma alla manifestazione della CGIL anche per salvare il diritto alla salute.  

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