Le Camere del Lavoro delle Marche:
CGIL Ancona I nuovi dati usciti in questi giorni sull’uso della Cassa Integrazione Guadagni e sull’andamento di mobilità e apprendistato, registrano ancora una forte tendenza negativa per la provincia di Ancona : segno evidente di una crisi che continua a colpire pesantemente la realtà economica e del lavoro della provincia capoluogo ( non diversamente dal resto delle Marche). CIGL’elaborazione IRES CGIL su dati INPS dava, nei giorni scorsi, un quadro regionale sulle autorizzazioni di CIG: in crescita,a settembre, di 8,2% su luglio (50,7% su agosto); in calo quella Ordinaria (-24,3%), in crescita simile sia quella Straordinaria (+22,4%) che quella in Deroga, destinata alle piccole aziende ed i settori scoperti da altri ammortizzatori (+22,2%).Il quadro per la provincia di Ancona, nel confronto, è decisamente più pessimistico: la CIG autorizzata a vario titolo cresce del 14,8% su luglio (+45,% su agosto); ben 6 punti e mezzo oltre il dato regionale! Il confronto settembre 2011 su settembre 2010 rivela un triste +25%!930 mila le ore autorizzate, con una crescita di tutte tre le tipologie: 227mila per la CIGO (+ 3,3%), 438mila per la CIGS (+19,8%), 265mila per la CIGD (+18,1%).Nei primi 9 mesi del 2011, nella provincia di Ancona, le ore autorizzate sono state in totale 7,6 milioni – su un totale di 21,4 su scala regionale:35,5%- con un calo sul medesimo periodo 2010 del 19,9% ( 28,6% Marche), ma in aumento del 26,2% sul 2009 (+35% Marche). MOBILITA’Ulteriori conferme del quadro ancora precario del lavoro nella provincia arriva dai dati elaborati dalla Provincia di Ancona, relativamente ai primi sei mesi 2011 su mobilità e apprendistato.Si conferma infatti la netta crescita nelle procedure di iscrizione alle liste d mobilità : 1865 i soggetti inseriti al 30 giugno, per il 60% (1105) in base alla legge 236/93 e quindi senza diritto a percepire l’indennità mensile prevista invece dalle legge 223/91 ( per le aziende più grandi e prevalentemente dei settori manifatturieri).Vale la pena sottolineare come 91 dei soggetti in 236/93 ( ovvero quasi il 5% del totale)siano stati iscritti in base alla norma sulla giusta causa: ovvero dimessisi per non aver ricevuto regolare retribuzione per più mensilità lavorate!Il 55% è maschio e solo 11% extracomunitario. Dei 4 CIOF (Centri per l?impiego) in cui è suddivisa la provincia, Ancona contribuisce con ben 792 iscrizioni, il 42.46% del totale provinciale; seguono Jesi (537), Senigallia (300) e Fabriano (236). Quanti hanno fino a 39 anni sono il 44% ( di più ad Ancona e Jesi);fino a 49 anni sono il 32% (di più ad Ancona); oltre i 50 anni il 24% ( di più a Fabriano e Senigallia).Se si guarda ai settori, l’incidenza di gran lunga maggiore è del manifatturiero, con il 53% ( ma Ancona non arriva al 43%!); seguono commercio (15%), costruzioni (13%), trasporti e magazzinaggio(10%, ma ad Ancona è più alto), turismo (5%), informatica e comunicazione (4%), spettacolo e sport (2%). APPRENDISTATOSe si passa all’apprendistato, la fotografia è ancor più variegata territorialmente e piuttosto poco rassicurante in termini di certezze lavorative per molti giovani.Nella provincia di Ancona , nel primo semestre 2011 sono stati avviati 2431 progetti di apprendistato: per il 52% i soggetti interessati erano maschi e per il 79% italiani; per il 16% di età inferiore ai 19 anni, per il 50% fra i 20 e i 24 anni, per il 34% oltre i 25 anni.Rilevante la distribuzione geografica: Ancona ha totalizzato 1041 progetti (42,8%); seguono da lontano Jesi (650) e Senigallia (606), mentre Fabriano ne ha contati appena 151 (5,5%).Pubblici esercizi e turismo il settore più coinvolto (19,1%, presente solo Ancona e Senigallia), assieme al terziario (16,3%); seguono, distaccati: meccanica industriale (5,3%), edilizia artigiana (4,1%) , acconciatori/estetisti (3,8%).Dai dati emerge anche la gravità di un impiego dell’apprendistato ben poco in linea con l’idea di una formazione collegata alla successiva stabilizzazione del rapporto di lavoro; peraltro, anche qui con una forte diversificazione territoriale.Dei 1907 contratti scaduti nel semestre, infatti, sono solo 339 quelli confermati pari al 17,78%!Se guardiamo alle aree, poi emerge che ad Ancona, su 930 progetti (48,7% del totale) ne sono stati confermati appena 53 (5,7%)! Le conferme salgono al 13% a Fabriano, al 29% a Jesi, al 38,5% a Senigallia.Nel complesso, appare chiaro come sia stato aggirato troppo spesso lo spirito del contratto di apprendistato, svilendolo a semplice formula di risparmio sul normale tempo determinato: illudendo frequentemente tanti giovani alla costante ricerca di una qualche stabilità lavorativa.L’apprendistato può essere un importante strumento di ingresso e formazione al lavoro: ma vanno richiamate aziende, consulenti e associazioni d’impresa a comportamenti più lineari e corretti in tema: valorizzando, nella realtà anche del nostro territorio, le premesse di qualità iscritte in accordi e contratti nazionali. Siamo di fronte a un quadro preoccupante sul versante della situazione del lavoro nella nostra Provincia dove la crisi continua a mordere, si continua a registrare una vera e propria emorragia occupazionale, un aggravamento della precarietà delle condizioni di vita delle persone. Non vi sono segnali di ripresa del sistema produttivo; occorre una svolta di politica industriale in grado di dare risposte certi e positivi per tutte le lavoratrici e i lavoratori espulsi dal lavoro e di trovare soluzioni alle numerose vertenze aperte nella nostra Provincia, a partire dell’Antonio Merloni e la Ficantieri- hanno dichiarato Selly Kane segreteria confederale della CGIL di Ancona e Marco Bastianelli responsabile del Dipartimento mercato del lavoro.